In questa pagina riporto un estratto della prima lezione del corso di simbologia da me tenuto all’Università per gli adulti di Ravenna nell’a.a. 2017/2018.
Lo scopo di questa lezione non è tanto di illustrare i significati di alcuni simboli, quanto di cercare di trasmettere i concetti e le modalità energetiche che sottostanno al simbolo, in modo che chiunque possa iniziare ad analizzare le immagini con occhio critico e indipendente.
La parola “simbolo” deriva dal greco:
Prefisso σύμ (sym) = “insieme” + Verbo βάλλω (ballo) = “getto”
letteralmente significa “mettere insieme”, unire, armonizzare.
Il suo contrario si esprime nella parola:
διαβάλλω (diabàllo) = “diavolo”
che significa separare, porre barriere, fratturare, “colui che divide”.
- Cosa “mette insieme” un simbolo?
- Dove nascono le immagini?
- Dal semplice al complesso.
- Come agiscono?
- I simboli nella storia e nell’attualità.
Cosa mette insieme un simbolo?
Il simbolo mette insieme due mondi: quello immaginario e quello reale. Il mondo immaginario presiede il pensiero, l’inconscio, l’anima. Il mondo reale riguarda la manifestazione materiale, il conscio, la personalità.
“Se il Verbo è pensiero all’interno e parola all’esterno, e se il mondo è l’effetto della Parola divina proferita all’origine dei tempi, la Natura stessa può essere presa come simbolo della realtà soprannaturale”
René Guenon “Simboli della Scienza sacra” – Adelphi, Milano
Il mondo immaginario non è meno reale di quello materiale, essendone il disegno, la matrice, ovvero il progetto.
Il biologo, ricercatore e scrittore Rupert Sheldrake ha elaborato la teoria dei campi morfogenetici, in cui sostiene che ogni sistema vivente è pervaso da un campo invisibile, presente ancora prima della sua materializzazione. Ad esempio, il campo morfico di un seme ha già la forma della pianta adulta, ed è proprio questo disegno che ne guida e governa lo sviluppo.
Esistono quindi diversi piani di realtà, alcuni li vediamo e altri no. I simboli hanno il compito di connettere queste realtà, ci aiutano a vedere l’invisibile, ad agire nell’invisibile, a comprendere l’invisibile, con un loro linguaggio proprio, ma adattato alla nostra comprensione.
Sarà il nostro inconscio, attraverso la nostra mente a parlarci per mezzo dei simboli, adattando intelligentemente le immagini alla nostra capacità di interpretazione.
George Berkeley (filosofo, teologo, vescovo anglicano irlandese 1685-1753) – Diceva che la simbologia è:
“Il linguaggio che lo Spirito Infinito parla agli spiriti finiti”
L’inconscio ci parla attraverso le immagini, noi viviamo, pensiamo in base al simbolismo.
Tutto è simbolo: lettere, numeri, segni, arte ecc., l’uomo stesso è un simbolo, non a caso Mosè nella Genesi dice che:
“siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio”
Per Carl Gustav Jung il simbolo è portatore di un contenuto che non riesce ad essere espresso altrimenti. È il linguaggio dell’inconscio, ciò che viene rivelato in sogno e che solo il soggetto conscio può decodificare razionalmente.
Era il linguaggio delle società segrete, dove solo gli adepti potevano riconoscere il messaggio celato.
È il linguaggio della natura, che attraverso le signature ci rivela i suoi segreti e il suo sapere.
Dove nascono le immagini?
Le immagini nascono da forme semplici, che già nella loro semplicità esprimono una funzione, una qualità, un’energia, ed è da queste forme che incominciamo il nostro viaggio verso la comprensione dei simboli.
Le forme sono rappresentazioni grafiche di ciò che è prima della materia. Una forma non è mai statica, nel suo essere è sempre insita la potenzialità di sollecitare un movimento.
Nascono da tratti semplici, spesso legate ai numeri e nel tentativo di esprimere contenuti articolati si evolvono in nuove immagini più complesse, ma vediamone alcune:
Il punto
Rappresenta il Centro e il numero 1, l’origine, la dimora, il principio dell’emanazione e il termine del ritorno. Designa la potenza crescente e la fine di tutte le cose. Senza dimensioni, non sottomesso alle condizioni spaziali ma determinante una posizione. Se si toglie la posizione si raggiunge l’unità primordiale.
Qualità del punto: concentrazione, principio, posizione.
La linea
Rappresenta il movimento e il numero 2. Come il punto è un’astrazione senza corpo e dimensioni, non più determinante un’unica posizione, ma un movimento. Rappresenta una via, un procedere, è un percorso predefinito da polo a polo, atto a fare incontrare due estremità.
Qualità della linea: movimento, percorso, connessione.
Il cerchio
Rappresentazione simbolica di tutto ciò che è, numero 1
- L’universo, Dio, nel macrocosmo.
- La completezza del nostro essere intesa come unione di corpo-mente-spirito nel microcosmo.
Jung lo ha definito come l’immagine archetipa della totalità della psiche, del Sè.
L’Uno sta a rappresentare anche l’unione suprema di tutte le anime con Dio, quindi la funzione di questa forma è di rappresentare un’unità.
Qualità del cerchio: unione, perfezione, tempo.
Il quadrato
È il simbolo della terra, in opposizione al cielo, legato al numero 4. È l’antitesi del trascendente. Il quadrato è una figura antidinamica, ancorata su quattro lati. Il quadrato implica un’idea di stagnazione e di solidificazione, oppure di stabilizzazione. Mentre il movimento scorrevole è circolare e rotondo, l’arresto e la stabilità sono associati a figure angolari.
Qualità del quadrato: stabilità, materia, spazio.
Cerchio e quadrato a confronto
Il cerchio e il quadrato sono forme antitetiche nelle funzioni e al contempo complementari, rappresentando la natura della realtà nel suo duplice aspetto.
Il cerchio, nel suo movimento circolare infinito, nei suoi cicli che si ripetono, è lo specchio del tempo. Il quadrato rappresenta simbolicamente lo spazio da sempre, ad es.: gli Yantra sono immagini rappresentative del cosmo: sono quadrati con quattro porte cardinali.
Tempo e spazio insieme determinano la natura della realtà manifesta.
teoria della relatività ristretta di Albert Einstein (Ulma, 1879 – Princeton, 1955)
La croce
Come il quadrato è legata al numero 4. Insieme al centro, al cerchio e al quadrato fa parte dei quattro Simboli Fondamentali.
(Champeaux G., Sterckx S.)
e con questi altri tre stabilisce una relazione ben precisa…
L’intersezione delle sue rette coincide con il centro.
Inscrivendosi nel cerchio ne divide i quattro segmenti determinandone diametro e raggio.
Genera il quadrato e il triangolo quando le sue estremità sono collegate da quattro rette.
Croce e quattro
Da sempre recano in sé l’idea della solidità, del terrestre, del tangibile e del rivelato. Simboli incomparabili di pienezza, totalità e universalità:
Il triangolo
Simbolismo legato al numero 3. Il triangolo equilatero rappresenta la divinità, l’armonia, la proporzione. Il Tre è un numero fondamentale, esprime un ordine intellettuale e spirituale, in Dio, nel cosmo e nell’uomo.
Sintetizza la triplice unità dell’essere vivente: corpo-mente-spirito.
È il compimento della manifestazione: l’uomo, figlio del Cielo e della Terra, completa la grande triade.
In alchimia è il simbolo del fuoco e del cuore. Cambia significato in base alla posizione del vertice: rivolto verso l’alto = fuoco; rivolto verso il basso = acqua.
Dal semplice al complesso
Dall’unione di forme elementari, dove il valore di ogni singolo elemento si arricchisce della sinergia d’insieme, nasce il simbolo.
Ad esempio, nell’immagine successiva, una linea unita ad un triangolo creano l’immagine della freccia.
Abbiamo visto che la linea crea un movimento, esprime un’energia che procede lungo una via.
In questo caso viene rafforzata dalla figura del triangolo che ne determina più precisamente la direzione, con determinazione, portando l’energia del fuoco al movimento, il quale assume qualità marziali.
Cerchio inscritto nel quadrato
Il cerchio (tempo) e il quadrato (spazio), insieme, rappresentano la realtà manifesta in una visione olistica. Dove il cerchio simboleggia la parte spirituale e il quadrato la parte materiale.
La realtà nella sua totalità:
Tempo – spazio – spirito – materia
“La figura circolare aggiunta alla figura quadrata viene spontaneamente interpretata dalla mente umana come l’immagine dinamica di una dialettica fra il celeste trascendente a cui aspira l’uomo e la Terra su cui si trova in questo momento, in cui si percepisce come soggetto di un passaggio da realizzare fin da ora grazie al concorso dei segni”.
“Introduction Au Monde Des Symboles” – Champeaux G. – Parigi 1966
Uomo vitruviano di Leonardo
Conoscendo queste semplici forme, possiamo iniziare ad addentrarci nella decodifica di immagini più complesse, che magari abbiamo sempre avuto sotto gli occhi, con una visione nuova, la nostra.
Qui a fianco l’uomo vitruviano di Leonardo. Lasciamo stare studi accademici e non, che hanno descritto questa opera, osserviamone solo le forme, nella loro essenza più semplice.
Tracciamo le diagonali sia del quadrato che del cerchio e osserviamo il punto di intersezione.
Il centro del quadrato corrisponde al 1° chakra, Muladhara
Il Muladhara si trova alla base della colonna vertebrale in corrispondenza degli organi genitali:
- è collegato all’energia vitale Kundalini;
- rappresenta gli aspetti della sopravvivenza nel mondo materiale;
- governa la materia umana, la solidità;
- sostiene le ossa, le ghiandole surrenali e i reni;
- la sua forma simbolica è il quadrato = terra.
Il centro del cerchio corrisponde a “Omphalos”
Omphalos, termine greco per “ombelico”, è universalmente il simbolo del “centro del mondo”.
Per moltissime tradizioni l’origine del mondo inizia da un ombelico, da cui la manifestazione si irraggia nelle quattro direzioni.
Non indica però il centro della manifestazione fisica, ma il centro spirituale del mondo, qui inteso come Microcosmo.
Cerchio = Uno, Dio, microcosmo o macrocosmo.
Alla luce di quanto osservato possiamo quindi dedurre che Leonardo, attraverso questo disegno non ci ha voluto solo comunicare quanto fossero perfette le proporzioni del corpo umano in rapporto a queste figure geometriche, ma ci ha voluto far sapere, in un modo un po’ più esoterico (nascosto), che la natura dell’essere umano è tanto terrena quanto divina.
Come agiscono i simboli?
Per loro natura i simboli hanno la capacità di comunicare ad un livello precedente la mente, a livello subconscio, dove le sensazioni riescono a percepire significati oltre il ragionamento.
laddove ciò che viene registrato
non sempre viene ricordato
Un simbolo assume per noi un significato nel momento in cui lo conosciamo e lo associamo a un’esperienza, a un ricordo.
Parlando di simboli tutto questo è applicabile sia a livello di microcosmo (personale), ma anche e soprattutto a livello di macrocosmo.
Cosa intendiamo per macrocosmo?
Un insieme che può essere rappresentato da un popolo, quindi da una cultura specifica, da una religione, o un macrocosmo universale, dove la valenza dei simboli assume significato di archetipi.
Tutti questi insiemi posseggono, ognuno il proprio “inconscio collettivo”, in cui l’azione dei simboli sarà specifica di quella realtà anche se il singolo non ne è consapevole.
Pertanto avremo simboli:
- personali, la cui azione sarà diversa a seconda dell’esperienza del singolo soggetto;
- culturali, religiosi, popolari, specifici di un gruppo di persone;
- universali, validi per chiunque.
La forza di un simbolo aumenterà ogni volta che:
- gli verrà associato lo stesso significato;
- sarà utilizzato con la medesima intenzione;
- sarà visto, scritto e ripetuto da più persone.
La sua funzione sarà così fissata nella memoria collettiva, perché è nella memoria collettiva che acquisisce il suo potere.
Il significato dei simboli può anche cambiare nel tempo, utilizzandolo per scopi diversi dai quali è nato (vedi simbolo della svastica).
I simboli nella storia e nell’attualità
Di seguito illustrerò alcuni esempi per comprendere meglio il concetto generale di simbolo in relazione ai contesti, sia storici che attuali.
Simboli universali attuali
Sono immagini che possono essere riconosciute in tutto il mondo, ora, e che riportano immediatamente alla mente il loro significato innegabile.
Simboli culturali
Ne sono un classico esempio tutti i caratteri di scrittura antichi: alfabeto fenicio, geroglifici egiziani, sanscrito, rune, ideogrammi cinesi ecc.
Simboli religiosi
L’ambito più prolifico in tema di simbologia sembra essere quello religioso. Qui più che altrove il tema spirituale incontra l’esistenza terrena, e rappresentando proprio questa unione, la simbologia è sempre stata un mezzo importante nell’insegnamento teologico.
Inoltre questo linguaggio più di qualsiasi altro è capace di trasmettere gli insegnamenti in modo che solo chi è “pronto” a riceverli riesca ad interiorizzarli, permettendo così l’accesso alla conoscenza.
Impossibile parlare di simboli senza citare alcuni ambienti in cui la simbologia assume un’importanza fondamentale:
La massoneria, l’alchimia e gli insegnamenti esoterici, sono entità (non saprei come altro definirle), di cui è difficile comprendere l’inizio e la fine, per quanto sono interconnesse e interdipendenti.
Queste realtà, tutt’altro che appartenenti al passato, fanno della simbologia il loro metodo di insegnamento, di comunicazione interna al gruppo, e di trasferimento delle conoscenze e delle intenzioni ai posteri.
I loro segreti, il loro sapere, tramandati di secolo in secolo possono essere decodificati esclusivamente tramite la simbologia.
Alterazione espressiva di antichi simboli: la svastica.
Purtroppo, come già accennato, i simboli possono mutare di significato. Ne è un esempio eclatante la svastica.
La svastica è un antico simbolo induista, che si ritrova spesso in India, incisa nei templi, sulle statue o dipinta su abiti e monili.
Nel suo significato originale porta fortuna, esprime la dualità nella sua rotazione che può essere oraria o antioraria rappresentando rispettivamente il giorno e la notte, il sole e la luna, il maschile e il femminile, il positivo e il negativo.
L’averla assunta come simbolo di un’organizzazione malefica ne ha alterato profondamente il significato a livello di inconscio collettivo, usurpandone l’energia positiva.
Evoluzione dei simboli nel tempo
Nel tempo la nostra terra ha subìto un aumento demografico notevole, e ovviamente nel contempo i contatti tra le popolazioni un tempo isolate sono progressivamente aumentati causando un’appiattimento e un’omogeneizzazione delle culture.
È la conseguenza della globalizzazione. Al passo in cui si modifica una società, si modifica anche il suo inconscio collettivo, si globalizza anche l’inconscio.
Questa progressione ha interessato direttamente anche il mondo dei simboli: un esempio eclatante proviene dai metodi di scrittura persi nel tempo. Di conseguenza, tanto di quello che riguardava le antiche culture rischia di andare perso, non essendo più utilizzato.
Ecco perché ritengo importante mantenere viva l’energia, il sapere e il patrimonio del passato, ricreando nei miei dipinti, per quanto mi è possibile, qualcosa che richiami e ravvivi ciò che non deve essere perduto.